Marco Berry, al secolo Marco Marchisio, rimane nell’immaginario collettivo come una delle Iene più moleste della televisione, costantemente alle prese con inchieste e servizi memorabili. Il conduttore piemontese negli anni ha sperimentato però anche diversi altri format televisivi, alcuni dei quali davvero ben riusciti e coraggiosi. Come Invisibili, dedicato alle storie di vagabondi e senzatetto, e Invincibili, incentrato, invece, su storie di eroi positivi che dopo gravi traumi psico-fisici hanno avuto la forza di rinascere e ripartire più forti di prima. Esperienze che in qualche modo si legano anche all’attenzione che Berry ha nei confronti di chi è meno fortunato.
Nel suo tempo libero cosa le piace fare?
Mi diverto molto a giocare con le mie figlie Ludovica e Carlotta (di 12 e 4 anni, ndr) In fondo, nonostante il tempo passi, sono rimasto dentro di me sempre un bambino. D’altronde anche quando ho cominciato a maneggiare i giochi di prestigio era per sentirmi grande mentre poi ho continuato a giocare con la magia per tornare a sentirmi bambino. La magia rimane il mio primo amore, che come tale non mi abbandonerà mai, anche perché mi aiuta a continuare a fantasticare e sognare, una delle poche cose belle al mondo che ci rimane.
Il problema di oggi forse è proprio questo, che cioè, avendo praticamente tutto, non riusciamo più a fantasticare e sognare abbastanza…è d’accordo?
Sì, infatti una delle cose che amo di più è raccontare le favole alle mie figlie cercando di trasportarle in questo modo in quel mondo incantato che è capace di tenerci in vita. Forse è anche per questo che faccio il mio mestiere, proprio perché mi dà la possibilità di raccontare storie.
Se con la sua magia potesse risolvere almeno uno dei problemi del mondo quale sceglierebbe?
Se proprio potessi fare una magia grande grande, vorrei che tutti i bambini del mondo in contemporanea potessero permettersi di sorridere.. Penso che negare a un bambino questo diritto sia davvero un grande crimine.
Nasce da questo la Fondazione Mago Sales?
Sì, un’esperienza davvero bellissima al fianco di don Silvio, il Mago Sales appunto, che va in giro per il mondo a donare sorrisi alle persone. Qualche volta lo accompagno anch’io nei suoi viaggi e i fondi che raccogliamo, facendo serate e spettacoli, li affidiamo direttamente alle persone del posto dove si trovano i progetti che finanziamo. Questo ci garantisce il miglior utilizzo possibile delle risorse senza inutili sperperi.
I bambini e in generale i giovani sono nel suo cuore a quanto pare, visto che è anche ambasciatore di una squadra giovanile di basket…
Si tratta della squadra HB Torino ed essere loro ambasciatore mi rende veramente orgoglioso. La squadra è costituita, infatti, da un gruppo di ragazzi fantastici che giocano nella serie A del campionato di basket in carrozzina. Lo sport è un bel modo per affrontare la vita, forse non risolve certi problemi ma può dare sicuramente una grossa mano a conviverci meglio.
Con le sue figlie, invece, che padre è?
Sono un padre abbastanza attento ma permissivo nel senso che credo sia giusto imparino sin da piccole a prendersi, chiaramente entro certi limiti adeguati alla loro età, le proprie responsabilità e a vivere e fare le cose sempre con passione.
E lei di passione ce ne mette tanta nei suoi lavori. Cosa le hanno lasciato a livello umano Invisibili e Invincibili due programmi dai contenuti molto forti?
Sono state entrambe due esperienze che mi hanno lasciato moltissimo a livello umano. Con parecchi dei protagonisti delle storie raccontate sono rimasto in contatto e con qualcuno di loro è nata anche una bella amicizia. Ho imparato, soprattutto con Invincibili, a guardare la vita con occhi diversi, perché spesso ci lamentiamo veramente per nulla mentre ci sono persone che, pur avendo problemi molto seri, mantengono visi e sorrisi meravigliosi e non si lamentano mai. Ecco, a contatto con persone come queste, si impara a ridimensionare ogni tipo di problema si possa avere nella vita.
Ultimamente l’abbiamo vista anche alle prese con un programma dedicato ai nostri amici a quattro zampe. Che rapporto ha con gli animali?
Beh, in quanto mago, sono sempre stato circondato da conigli, tortore e cani. Per cui ho un bellissimo rapporto con loro anche perché ti danno, soprattutto i cani, che amo moltissimo, delle attenzioni, un’energia e una vitalità incredibili. E, a meno che non ci sia un padrone che li tratti male e li picchi, loro sono sempre lì a scodinzolare e a darci affetto. Bau Boys (su Italia 1) è stato molto bello perché, insieme agli animali, i protagonisti erano i ragazzi, impegnati in prima persona a compiere buone azioni in favore dei loro amici a quattro zampe in difficoltà. Un’occasione per imparare, insomma, a rapportarsi alla vita in modo più costruttivo perché c’è poca attenzione ed educazione in giro nei confronti del mondo animale anche se i ragazzi, molto più di quegli adulti che ad agosto abbandonano i loro animali per andare in vacanza, sono più sensibili a certe tematiche.
Lei, anche se amico di ragazzi e animali, rimane in fondo pur sempre una Iena?
Certo che sì Sin dall’inizio lavorare con Le Iene per me è stato un grande arricchimento per cui la curiosità e la capacità di raccontare storie da un punto di vista diverso da come si raccontano abitualmente le cose è ormai parte di me. Con tutto il team ci mettiamo sempre il massimo impegno, consapevoli, però, del fatto che non risolviamo i problemi ma raccontiamo semplicemente delle storie. La televisione, d’altronde, non risolve i problemi anche se, purtroppo, oggi è idealizzata e i ragazzi la prendono un po’ troppo a modello. Non bisognerebbe, invece, mai dimenticare che altro non è che un elettrodomestico, e per di più il meno indispensabile.